Un anno fa scrivavamo: "l'8 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Donna: si ricorda quando, l'8 marzo del 1917, le donne di San Pietroburgo manifestarono per dire "no" alla guerra. Qualche anno dopo, durante la Seconda Internazionale delle Donne Comuniste del 1921 a Mosca, si istituì la Giornata dell'Operaia l'8 marzo, in ricordo proprio delle lotte che le donne fecero per la pace. La storia femminista è quindi legata a quella del movimento contro la guerra e quello operaio: oggi più che mai queste lotte sono attuali e tangibili. Da una parte le morti sul lavoro hanno raggiunto cifre da guerra, dall'altra parte ci ritroviamo invece una guerra vera e propria, uno scontro tra potenze che si fronteggiano per ragioni totalmente imperialistiche. La mimosa stessa, simbolo in Italia della giornata, è un richiamo alla classe lavoratrice, dato che è un fiore umile e poco costoso che cresce però ovunque.", simbolo, peraltro, creato dalle Partigiane e Costituenti Teresa Mattei e Rita Montagnana. Più di 100 anni dopo ci ritroviamo ancora qui, a gridare per la pace, non solo domandandola, ma pretendendola. Una pace giusta, vera, che ci permetta una vita giusta e dignitosa. Non è un caso che all'epoca furono le donne a mobilitarsi contro la guerra: le donne sono ultime, assieme a tutte quelle soggettività che non fanno parte di quello che è un sistema bianco, patriarcale e coloniale. L'alleanza tra le donne e le altre soggettività è storica, presente da sempre e oggi più che mai attuale.
Nel mondo stiamo rivivendo un'agghiacciante onda di odio e violenza nei confronti di chi è più debole: da quando il governo Meloni è al potere, tanti sono i monumenti alla Memoria sfregiati, perfino nella nostra città sono apparse tre rivoltanti svastiche (per giunta storte). In questi giorni la neoeletta segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, è stata oggetto di pesante linguaggio d'odio: indipendentemente da ciò che si può pensare di lei e del suo partito, sono ingiustificabili gli attacchi antisemiti, bifobici e misogini che le sono arrivati. Oltreoceano abbiamo appena assistito all'approvazione di una legge, in Tennesse, che di fatto criminalizza le soggettività trans e in Italia la transfobia, che spesso colpisce le donne trans, è un problema di portata immane. I diritti riproduttivi sono sempre di più in bilico: cosa succederebbe se l'autonomia differenziata diventasse realtà? Sarebbe garantito l'accesso all'ivg su tutto il territorio nazionale? Già ora l'ivg è un diritto calpestato e temiamo che se la sanità dovesse diventare una competenza del tutto regionale, il diritto all'aborto diventerebbe fantascienza in molti territori. Ma non è solo l'ivg ad essere in pericolo, lo è anche la distribuzione gratuita dei contraccettivi, attualmente realtà solo in poche parti d'Italia, e la possibilità di poter effettuare visite gratuite e di qualità nei consultori pubblici poiché, seguendo il "modello lombardo", il rischio è che la sanità diventi sempre più a carico del settore privato piuttosto che pubblico, portando quindi all'esclusione delle persone più povere.
Noi donne vogliamo essere libere, non liberate: come Coordinamento Donne "Alba Mini" Santarcangelo aderiamo e promuoviamo i movimenti di emancipazione transfemminista, per permettere a tuttз lз oppressз di questo mondo libertà, giustizia e pace.
Per celebrare questa Giornata Internazionale della Donna, vi invitiamo alla seconda edizione di "Sui passi delle Donne Resistenti", percorso guidato per i luoghi della Resistenza femminile santarcangiolese, domenica 12 marzo, partenza ore 10:00 dallo Sferisterio di Santarcangelo. Terminato il percorso, verrà offerto un piccolo rinfresco presso la nostra sede, che rimarrà aperta al pubblico. Per partecipare occorre prenotare con il tasto qui sotto.
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