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Ricordo di due stragi

Eccidio di Montalto


Nei primi giorni di marzo 1944, nelle colline maceratesi, durante i mesi dell'occupazione nazifascista seguiti alla dichiarazione di armistizio dell'8 settembre 1943 un folto gruppo di ragazzi, per la maggior parte originari di Tolentino, decisero di non rispondere al bando di chiamata alle armi della Repubblica Sociale Italiana e partire per la montagna per costituire una formazione partigiana.

Pressoché privi di armamento essi si stabilirono a Montalto di Cessapalombo, trovando supporto negli abitanti locali.

Dal 19 marzo, a seguito della cattura nelle vicinanze di alcuni giovani partigiani, si cominciò a spargere la voce di un prossimo rastrellamento; ciò, tuttavia, non indusse i ragazzi ad allontanarsi, ed anzi essi vennero colti di sorpresa il 22 marzo da un attacco delle truppe nazifasciste: pochi riuscirono a salvarsi, alcuni furono uccisi e molti vennero catturati, incluso il loro comandante Achille Barilatti.

Radunati a piccoli gruppi, essi vennero immediatamente fucilati finché l'esecuzione fu inaspettatamente sospesa da un ufficiale tedesco, mentre Barilatti venne fucilato il giorno successivo.

Alla fine si contarono complessivamente oltre 30 caduti (solo uno di essi, Nello Salvatori, riuscì fortunosamente a salvarsi): le loro salme furono trasferite nella cappella del cimitero di Montalto per poi essere lì tumulate. Solo dopo la Liberazione esse vennero riportate a Tolentino nel corso di una solenne cerimonia cui partecipò l'intera cittadinanza.

Per volontà del Comitato dei genitori dei Caduti e delle Amministrazioni comunali di Tolentino, Caldarola e Cessapalombo sul luogo della strage fu costruito un monumento in onore della memoria dei partigiani caduti, inaugurato nel 1947. Dal 2003 si tiene ogni anno la "Marcia della Memoria", una marcia commemorativa attraverso cui si ripercorrono i luoghi della tragedia tra Tolentino - Caldarola e Montalto.

Anche a seguito di questo episodio al Comune di Cessapalombo è stata concessa la Croce al valor militare con la seguente motivazione: ≪Durante l'occupazione tedesca il Comune di Cessapalombo dimostrava in difficili circostanze, ferma patriottica decisione. Particolarmente meritevole di elogio il contegno tenuto dalle popolazioni di Montalto e Monastero che rifornivano di viveri, armi e munizioni i partigiani e partecipavano anche, con i loro uomini, ai combattimenti del marzo e del maggio. Settembre 1943 – Giugno 1944≫.

Ai "Martiri di Montalto" è dedicata la sezione A.N.P.I (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) di Tolentino.


Martiri del Campo di Marte


Il 6 marzo 1944 i partigiani occuparono la cittadina di Vicchio e procedettero all'uccisione di diversi simpatizzanti fascisti presi prigionieri. Alle prime luci del 12 marzo 1944 i militi della RSI effettuarono un rastrellamento nella zona, durante il quale furono catturati diversi renitenti alla leva, sospettati di appartenere alle bande partigiane, tra cui, oltre ad alcuni giovani contadini del posto, un aviere sardo che si era rifugiato presso la famiglia di uno di loro, nei pressi di Gattaia.

Condotti a Firenze, furono processati e sette furono condannati a morte. Di questi due furono graziati ed assegnati a reparti operativi; vani furono i tentativi di richiedere clemenza da parte delle famiglie e del cardinale Elia Dalla Costa.

La mattina del 22 marzo venivano fucilati:

  • Antonio Raddi, 21 anni, di Vicchio

  • Leandro Corona, 21 anni, di Maracalagonis

  • Ottorino Quiti, 21 anni, di Vicchio

  • Adriano Santoni, 21 anni, di Vicchio

  • Guido Targetti, 21 anni, di Vicchio.

l 25 aprile 2008, durante la cerimonia per la Festa della Liberazione all'Altare della Patria di Roma, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha insignito i cinque martiri della Medaglia d'oro al valor civile.


Fonte: Wikipedia



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