Il presidio è stato organizzato dall'ANPI Comitato Provinciale di Rimini e dalla CGIL
Questa mattina si è svolta la manifestazione Presidiamo la pace, organizzata dall'ANPI Provinciale e dalla CGIL. È stato un toccante momento di raccolta e di solidarietà verso il popolo ucraino, il quale in questi ultimi giorni sta vivendo l'invasione da parte della Russia. È un nostro dovere, in quanto Associazione Partigiani, manifestare per un mondo diverso, giusto e pacifico. Riportiamo qui sotto il comunicato del 22 febbraio del Nazionale che abbiamo letto questa mattina.
Siamo a un passo dal baratro. A chi governa la Russia, gli Stati Uniti, l'Ucraina, i Paesi dell'Unione Europea, il nostro stesso Paese, chiediamo un atto di responsabilità e di saggezza. Prima che sia troppo tardi. Il delirio bellicista va sconfitto dalla forza tranquilla di Paesi e popoli che sanno che la guerra, oltre a lacrime, sangue e devastazioni, oggi porta solo alla sconfitta di tutti; basti pensare all'Iraq, alla Libia, all'Afghanistan.
LANCIAMO UN APPELLO PERCHE' IN TUTTA ITALIA AL PIU' PRESTO SI DIA VITA A INIZIATIVE, PRESIDI, MANIFESTAZIONI UNITARIE PER LA PACE. TORNI UN GRANDE E DIFFUSO MOVIMENTO PER LA PACE, OGGI TIMIDO, E CONTRO L'IRRESPONSABILE CORSA AL RIARMO.
Il riconoscimento dell'indipendenza del Donbass da parte della Russia può portare il mondo a un passo dalla guerra ed è l'ultimo, drammatico atto di una sequenza di eventi innescata dal continuo allargamento della NATO ad est vissuto legittimamente da Mosca come una crescente minaccia.
Auspichiamo che si avvii perciò una trattativa generale sotto l'egida dell'ONU per ottenere questi obiettivi:
• Contestualmente, l'Ucraina riconosca l'autonomia del Donbass prevista dagli accordi di Minsk, ma mai attuata dal governo di Kiev, rispetti la sua popolazione russofona, cessi i bombardamenti in Donbass confermati dalla fuga di decine di migliaia di civili di quella regione in Russia, sciolga le milizie naziste, oggi in prima fila nell'attacco al Donbass, e Putin revochi il riconoscimento dell'indipendenza del Donbass, perché viola l'integrità territoriale di un Paese sovrano e scatena una serie di reazioni e controreazioni che possono portare in brevissimo tempo alla guerra.
• L'Unione Europea, nel condannare il riconoscimento dell'indipendenza del Donbass da parte della Russia, avanzi una proposta di composizione pacifica del conflitto al fine dell'attuazione integrale degli accordi di Minsk e avvii finalmente una politica di cooperazione e non di continua ostilità nei confronti della Russia. La vera forza dell'Europa unita è nella sua capacità di proporsi come messaggero di amicizia fra i popoli.
• Biden cessi immediatamente sia le clamorose ingerenze nella vita interna dell'Ucraina iniziate fin dai tempi di Maidan, quando nel governo ucraino entrò la statunitense Natalia Jaresco, sia le sue dichiarazioni belliciste e le sue ininterrotte minacce nei confronti della Russia.
• La NATO non può e non deve intervenire in caso di precipitazione bellica, perché ciò avverrebbe in violazione dei suoi compiti, che sono limitati alla difesa dei soli Paesi membri dell'Alleanza. In sostanza va profondamente ridiscusso il ruolo della NATO, che non può essere al servizio di una politica di potenza, e vanno avviate trattative per un sistema di reciproca sicurezza che garantisca sia l'UE che la Federazione russa.
Auspichiamo in particolare che il governo italiano rispetti un inviolabile obbligo costituzionale: l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
L'Italia può svolgere un ruolo di raffreddamento delle tensioni e di pacificazione attraverso gli strumenti della diplomazia e del negoziato. Così rafforza il suo prestigio internazionale e il suo ruolo di ambasciatrice di pace nel mondo.
CONTRO IL POTERE DELLA GUERRA E CONTRO OGNI LOGICA IMPERIALE, DIAMO VOCE ALLA PACE PER L'UMANITÀ AL POTERE!
LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI
22 febbraio 2022
[EDIT] Condividiamo il comunicato dell'ANPI Provinciale:
"SOLIDARIETÀ AL COMPAGNO DAVIDE GASPERI
Sabato mattina abbiamo manifestato per la pace in Ucraina: il nostro presidio è stato partecipato dalle cittadine e dai cittadini del posto e anche dalla comunità ucraina locale. Esprimiamo soddisfazione nell’aver visto tanta partecipazione, eppure sono accaduti dei fatti profondamente sbagliati e scorretti nei confronti di Davide Gasperi del Partito Comunista Italiano federazione di Rimini, il quale è stato vittima prima dell’interruzione del suo intervento da parte di alcune persone della comunità ucraina, le quali hanno disturbato il suo intervento senza lasciargli modo di terminarlo, e poi di un’aggressione fisica da parte di un manifestante. Sappiamo che questi comportamenti non rappresentano la comunità ucraina locale, ma da parte nostra non può che esserci una forte condanna circa questo atteggiamento antidemocratico e autoritario. Gasperi, data la situazione, non ha ritenuto opportuno terminare il suo discorso, per questo intendiamo non solo scusarci profondamente per l’accaduto ma anche esprimere la più profonda vicinanza a lui e a tutte quelle persone che non si sono sentite sicure a esprimere la propria opinione. Riportiamo qui sotto l’intervento integrale che il compagno Gasperi avrebbe dovuto esporre:
“Care amiche, cari amici La tensione tra Ucraina e Russia è esplosa.
La guerra nel cuore dell'Europa, con il suo carico di distruzione e di morte è divenuta realtà. Occorre fermarla! Essa non è mai nell'interesse dei popoli chiamati a combatterla. Occorre giungere ad un immediato cessate il fuoco, ridare voce alla diplomazia, al dialogo tra le parti.
È un dato di fatto che dalla caduta dell'URSS gli USA ed i loro alleati hanno promosso una politica aggressiva nei confronti della Russia, volta al suo accerchiamento attraverso l'allargamento ad est della NATO, puntando all’annessione dell'Ucraina.
È parte di tale politica quanto accaduto nel 2014 in quel paese, ossia la destabilizzazione di un governo democraticamente eletto, da parte di forze dichiaratamente, di destra, addirittura nazifasciste, appoggiate dagli USA e dall'Unione Europea.
Da ciò è derivata l'auto proclamazione delle repubbliche popolari di Donetsk e di Lugansk, russofone, e l'esplosione di un conflitto che ha già provocato migliaia di morti, per tanta parte civili.
Altro dato di fatto che le dichiarazioni del segretario di stato americano Antony Blinken, così come quelle del segretario generale della NATO Stoltenberg, volte a rivendicare “il diritto di ogni nazione di scegliere le proprie disposizioni di sicurezza”, hanno finito con il soffiare sul fuoco, rappresentando la risposta formale alla richiesta di rassicurazioni circa il congelamento degli assetti dati avanzata dalla Russia.
Oltre a ciò tali dichiarazioni sono manifestamente ipocrite in quanto gli USA risposero in ben altro modo in tempi passati, come al tempo della “crisi dei missili a Cuba”.
È un dato di fatto che le stesse dichiarazioni del blocco euro-atlantico circa la messa in discussione del diritto internazionale a seguito del riconoscimento delle repubbliche popolari del Donbass da parte della Russia, siano strumentali, in quanto lo stesso attuò quelle stesse politiche ai fini dello smembramento della ex Jugoslavia.
Il nostro Paese, in spregio all'articolo 11 della Costituzione e del diritto internazionale, partecipò direttamente alla guerra nei Balcani voluta dalla NATO.
Tra le risposte da dare alla situazione si rincorrono molteplici proposte, alcune volte all'allargamento del conflitto, che confermerebbe una volta di più il carattere aggressivo assunto dalla NATO.
Emblematiche le dichiarazione del Primo Ministro inglese Boris Johnson, nonché la messa in campo di sanzioni, caldeggiate dagli USA, che finirebbero con il ritorcersi soprattutto sull'economia europea, in particolare la nostra, scaricandone il prezzo sulle condizioni dei ceti popolari.
C'è bisogno di ben altro.
Noi, i comunisti, insistiamo perché prevalga la ricerca del dialogo e della negoziazione, affinché a partire da un rinnovato ruolo dell'ONU si affermi una soluzione pacifica.
In tal senso riteniamo necessario che l'Ucraina diventi un paese neutrale, che garantisca democrazia ed antifascismo sul piano interno ed una politica di collaborazione tra i paesi europei e la Russia sul piano internazionale.
Se così non dovesse essere, il rischio di un conflitto su larga scala diverrebbe più concreto.
Ci teniamo a ribadire che, fino a quando il nostro paese resterà sotto il controllo diretto della NATO, con gli USA che più che alleati trattano gli appartenenti come sudditi silenziosi, non avremo mai la certezza di poter vivere in pace! Una decisione va presa con fermezza, e nemmeno questo governo, quello "dei migliori” è in grado di farlo!
Ed allora noi, ancora una volta, chiediamo che venga rotto questo vincolo di servitù militare: perché siamo stanchi di nasconderci dietro al termine “missioni di pace!”.
Tutto questo si riassume in una semplice ma indispensabile affermazione:
Fuori l‘Italia dalla Nato, fuori la Nato dall’Italia!”
ANPI Comitato Provinciale Rimini"
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